top of page

Bio, Biodinamico, Vegano, Naturale...sono in crisi, cosa scelgo?

  • Roberta
  • 1 mar 2018
  • Tempo di lettura: 3 min

Affianco a questa nuova società del cibo che si sta creando fatta di differenze e innovazione in lotta con la tradizione si prospetta anche un altro tema, legato all’alimentazione ovviamente, che riguarda le varie modalità di produzione del vino.

Sì avete capito bene, varie.

Non esiste più infatti un’unica modalità di vinificare, seppure con le sue mille sfaccettature. Ma negli ultimi anni sono emerse nuove scuole di pensiero (se così vogliamo chiamarle) orientare ad una vinificazione direi “purista”, che va ad eliminare tutto ciò che viene ritenuto poco naturale.

Si tratta di procedure diverse da quelle tradizionali, ma per cui, è bene chiarire, non esistono sempre delle normative specifiche a disciplinarle. Spesso infatti le diverse nomenclature nate più o meno recentemente vengono utilizzate in modo non adeguato e solo a scopo commerciale, rischiando così di creare confusione nel consumatore.


Capiamo quali sono e cerchiamo di dargli una definizione!


Vini Naturali – espressione molto in voga ultimamente! Si tratta, in via del tutto teorica, di vini ai quali durante il processo di vinificazione non viene addizionata nessuna sostanza. In pratica però si parla più spesso della "minor manipolazione possibile". Nel senso che ad un certo punto spesso si deve trovare un compromesso, quanti vignaioli rischierebbero di ottenere un vino imbevibile?

Non voglio dire che non esistono vini naturali nel senso più puro del termine, ma servono anni di esperienza, tecnica e un po’ di follia per far sì che quel vino non sappia di letame!

Chiariamo, non esiste una normativa specifica, ma le due principali organizzazioni italiane, Vinnatur e ViniVeri, hanno creato dei protocolli cui i produttori aderenti devono attenersi.

Vini Biologici – così di moda qualche anno fa che ormai sembra roba vecchia. In questo caso esiste una regolamentazione. È richiesta obbligatoriamente una Certificazione con specifici requisiti solo che va indicata in etichetta. Si esclude l’impiego di OGM, il vigneto viene coltivato nel rispetto delle fasi lunari e senza chimica con grande attenzione al terreno. Il regolamento europeo sul vino biologico (N.203/2012) lascia al produttore una certa liberà riguardo l’uso di lieviti selezionati, additivi chimici e coadiuvanti enologici (si possono utilizzare 44 additivi contro i 70 dei metodi convenzionali) durante i processi di vinificazione ed affinamento.


Vini Biodinamici - derivano da agricoltura biodinamica secondo cui si organizzano le lavorazioni del terreno in base alle influenze astrologiche, ai cicli astrali; c’è un uso limitato di trattori ed è bandita la chimica dei fitofarmaci. A differenza della produzione biologica, qui si prende in considerazione la connessione profonda tra cosmo e piante. Anche in questo caso non esiste una normativa specifica per la produzione.


Vini Vegani – il top! Vi chiederete perché? Nel vino ci sono sostanze legate al mondo animale???

Spesso il vino viene chiarificato con proteine animali, i vini bio possono prevedere l’uso di caseina, albume o colla di pesce, ma ancora prima, in vigna, si utilizzano fertilizzanti di origine animale.

Tutto ciò poco si confà ad un regime alimentare vegano ed è stata quindi creata una certificazione ad hoc rilasciata dall’Istituto per la Certificazione Etica ed Ambientale di Bologna che prevede l’eliminazione dal processo produttivo di ogni sostanza di origine animale.


Vino Libero – l’espressione più figa di sempre! Introdotta da Oscar Farinetti (forse 68ottino sostenitore dell'amore libero?), indica quei prodotti nel cui processo di vinificazione si opta per una riduzione della chimica sia in cantina che in vigneto ed una certificazione del prodotto e delle tecniche di lavorazione secondo la disciplina europea. Il vino cosiddetto libero è tale in quanto autodisciplinato dai produttori stessi che non intendono sottostare ai regolamenti europei.

Un vino anarchico? Anche in questo caso non ci sono tutt’ora norme a disciplina della produzione…perciò di fatto, che significa?!



Dopo questa carrellata forse poco sintetica delle differenti tipologie di vino, cosa ci resta? Che bere? Cosa acquistare?

A mio modesto parere molto è opera del marketing, ma per scrupolo consiglio di provarli tutti, anche più di una volta...solo per capire meglio...

Comments


bottom of page