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In pulmino a Valdobbiadene

  • Roberta
  • 5 gen 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

“Ed or ora immolarmi voglio il becco con quel melaromantico Prosecco”.

È così che il nome Prosecco compare per la prima volta nel 1754 nel poemetto “Il Roccolo Ditirambo” di Valeriano Canati.

Il primo mercoledì del 2017 per me è stato una gita a Valdobbiadene, cuore pulsante del Prosecco. Non chiedetemi come, ma mi sono imbucata tra un gruppetto di Teramani in viaggio sulla via del prosecco; età media 70/75.

Quando si tratta di girare per aziende vinicole ogni soluzione è un’ottima soluzione!

Bando alle ciance! Sfatiamo subito una falsa credenza, prosecco non significa solo spumante. È proprio qui che potrete scoprirlo nelle sue versioni di vino tranquillo, spumante o frizzante. Attualmente è il vino più venduto al mondo, in assoluto. Questo aprirebbe a molte considerazioni ma voglio solo lanciare qualche spunto.

Se girate in quelle zone non vedrete altro che vigneti, sotto le case, sotto ogni edificio, a partire dal ciglio della strada.

Qual è il prosecco che esportiamo? Il consumatore all’ estero si accorge della differenza tra un IGP o un DOP? O si accorge solo della differenza di prezzo?

Argomenti ampi e domande impegnative. C’è anche una recente puntata di Report a riguardo. Comunque, detto tra di noi, occhio!


Tornando ai racconti o consigli di viaggio…

Era la mia seconda volta in quella zona. Durante la prima ho visitato l’azienda “Vigne Matte” di Giovanni Rui, una realtà giovane ed in crescita, con buoni prodotti ed un livello di prezzi accessibile.

Questa volta invece, dopo un pranzo rustico con i miei compagni di ventura, ho visitato prima l’azienda "Varaschin", poi la Cantina dei produttori di Valdobbiadene “Val d’Oca”.


Per quanto riguarda la prima purtroppo non posso esprimermi con cura poiché il proprietario non c’era (d’altra parte non lo avevamo avvisato del passaggio) e la ragazza che ci ha aperto ci ha fatto degustare un solo prodotto e non è stato possibile visitare l’azienda o avere informazioni. Su di me è sceso un velo cupo, avrei voluto provare diversi prodotti e conoscere la storia aziendale.

Riguardo invece la Cantina Val d’Oca, ne sono stata invece piacevolmente colpita, soprattutto per l’organizzazione e lo spazio espositivo.

Non vende solo vino sfuso, come molte altre cantine dello stesso genere in Italia, ma imbottiglia e offre prodotti di buona qualità. Certo i prezzi non sono come quelli delle precedenti, ma secondo la mia modesta opinione vale la pena riportarsi qualcosa.

Tra quello che ho potuto degustare vi consiglio:

“Uvaggio Storico”: Vino Spumante Dry con un uvaggio di 85% Glera, il resto Verdiso, Perera, Bianchetta.

“Cartizze”: Vino Spumante Dry, 100% Glera.


Alla prossima e buona degustazione!


P.S. Per le altre foto visita la pagina facebook!

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